Tarassaco: ricette, storia, curiosità e poesie

IL TARASSACO STORIA, CURIOSITÀ, RICETTE, e poesia… Il nome Taraxacum officinale, Tarassaco comune, Dente di Leone, Soffione, Piscialetto, Piscia cane, in francese Pissenlit officinal. Il nome della pianta sembrerebbe derivare dall’arabo tarakchaken: insalata o cicoria. Per altri invece l’etimologia risalirebbe al greco tarassw-tarach o tarasso-tarache che significa “turbamento” o da taraxakos “io guarisco”, a testimoniare le proprietà curative di questa pianta. La tradizione popolare attribuisce a questa pianta oltre 150 nomi, tra i quali ricordiamo dente di leone per la somiglianza delle sue foglie ai denti del leone, oppure dente di cane, soffione, cicoria selvatica, barba du Signu, boffarella, sciuscion, radiciun, virasol, radec selavadech, cicoria mata, dent d’allion, lapa, maroglia, missinina, pabogalu, zicoria burda, landar domestic,piumin, maccalume, girasul dii prà, piscialletto (per le sue proprietà diuretiche), pisicane, ingrassa porci, brusaoci, ecc… Essendo una pianta che si trova nei prati non a erba alta, il tarassaco è presente in quasi tutte le distese erbose, trattata spesso come una pianta infestante. Il tarassaco ha anche soprannomi curiosi, ad esempio è chiamato anche l’orologio del pastore in quanto al primo raggio di luce si apre e al tramonto si chiude. Le genti di montagna erano solite chiamarlo fiore del diavolo, probabilmente perché verso la fine del Medioevo il tarassaco era demonizzato per il suo nome Taraxacum che in latino significa turbamento. Dagli antichi tedeschi era invece chiamato sposa del sole, perché il suo fiore segue il sole nel suo aprirsi e chiudersi, e il suo seme era venduto come panacea per curare tutti i mali. Nel linguaggio dei fiori, infine, il fiore del tarassaco rappresenta la fedeltà e la profezia. ---------- Guardate le mie foglie dentellate, soffiate le lancette del soffione, guardate, tra le siepi, le mie ondate, guardate il prato, guardate il sentiero, guardatemi in giardino, allegro e fiero! Raccoglietemi pure: io cresco ancora, senza chieder permesso né scusarmi, che fate con le vostre zappe allora? Non riuscirete mai ad estirparmi! Nessuno mi può fare impressione, perché io sono il Dente di Leone! Cicely Mary Barker (1875-1973), Flower Fairies of the Spring, Blackie, 1923 ---------- Origine e habitat Originario dell’Asia, successivamente è stato introdotto in tutta Europa. Oggi cresce anche in Siberia, Giappone, Africa settentrionale e America del Nord. È una pianta perenne e infestante, che si trova nei prati, negli incolti, lungo i bordi delle strade fino ad un’altezza di media-alta montagna (1000-2000 m), ma sempre dove l’erba non si alza troppo. Secondo alcuni esperti al genere Taraxacum appartengono più di 25 specie, in Italia è più diffuso il Taraxacum officinalis. La sua riproduzione è particolare essendo asessuata: in pratica ogni seme produce una pianta che è un clone di quella da cui deriva. Nel corso di una stagione, una singola pianta produce fino a 5000 semi, tutti rigorosamente identici fra loro. Lo stelo del tarassaco contiene un lattice bianco, non irritante ma che può provocare allergie in individui sensibili. Consigli per l’uso Le molte qualità e proprietà del tarassaco hanno permesso il suo utilizzo in erboristeria, fitoterapia, omeopatia, e nella cosmesi. Si è anche affermata nel tempo una cultura della tarassacoterapia, attraverso infusi, decotti e tisane, e anche la confezione di gocce, sciroppi, ecc. già pronti. Soprattutto nelle zone a basso inquinamento (infatti è una pianta in grado di accumulare nelle foglie e nelle radici alcuni tra i più pericolosi inquinanti) è possibile raccoglierlo e utilizzarlo per le proprie necessità. INFUSO 25 g di foglie secche in un litro di acqua bollente, togliere dal fuoco, coprire, lasciar raffreddare, filtrare e bere. DECOTTO di RADICI Bollire per 15 minuti l’acqua che sta in una tazza con 10 g di radici. Raffreddare, filtrare e bere. DECOTTO di RADICI e FOGLIE In un litro di acqua fredda sminuzzare 40 g di radici e foglie, portare a bollore e cuocere per 10 minuti. Raffreddare, filtrare e bere. SUCCO di RADICE Centrifugare le radici colte in autunno fino a ottenere 100 g di succo. Può essere consumato fresco, addolcito con un poco di zucchero e miele se non piace il gusto amarognolo. Per conservarlo si può aggiungere 20 g di alcool da liquori, travasare in una boccetta scura a chiusura ermetica e riporre in luogo fresco e asciutto. Un pappo di tarassaco Un’erta strada di montagna un pappo volteggia felice davanti ai miei occhi un balzo e mi accoccolo piccolo con un granello di senapa nella sua corolla notte e giorno volo nel cielo… felice Terenzio Formenti, Poesie portate dal vento, 1987 ---------- Per la tavola ANTPASTO di SALUMI e TARASSACO Disporre sopra le fettine di pane integrale ai cereali, fettine di salumi a scelta e al centro mettere un cucchiaino di insalata di tarassaco tagliato fine e condito con olio, limone e scaglie di parmigiano. INSALATA PRIMAVERILE Ingredienti: un mazzetto di foglie tenere di tarassaco, 2 cespi di lattuga, un mazzetto di ravanelli rossi, un sentore di aglio, 2 uova sode, 250 g di formaggio Emmenthal, olio extravergine di oliva, sale, pepe, succo di limone. Preparazione: lavare e asciugare le foglie di tarassaco e di lattuga e tagliare a striscioline sottili. Lavare e asciugare i ravanelli, tagliarli sottili. In una ciotola condire tutto con l’aglio tritato, l’olio, il sale, il pepe e il limone. Decorare con le uova sode tagliate a fette e il formaggio a cubetti. TARASSACO STRASCINATO Ingredienti (per 4 persone): 1 kg di tarassaco, 1 spicchio d’aglio, sale, pepe e olio evo. Preparazione: lavare bene il tarassaco, lessarlo regolandolo di sale, scolare e ripassare le erbe in padella con olio e aglio. Insaporire per 5 minuti a fuoco vive e servire caldo. TARASSACO del CONTADINO Ingredienti: 1 zuppiera di tarassaco novello compresi i boccioli, 2 fette di pancetta dello spessore di 1 c, circa, 2-3 cucchiai di aceto, sale e pepe. Preparazione: rosolare la pancetta tagliata a dadini in una padella antiaderente a fuoco basso e possibilmente senza aggiungere condimento; quando avrà preso colore profumatela versando in padella l’aceto, che avrete fatto precedentemente scaldare. Versate questo condimento sul tarassaco mondato e lavato, regolare di sale e pepe e mescolare accuratamente. MINESTRA di TARASSACO Ingredienti: 600 g di tarassaco, 70 g di pancetta o lardo, 50g di pecorino grattugiato, 3 uova, 1 cipolla, olio evo, 1 e ½ l di brodo di carne o di gallina, sale. Preparazione: mondare il tarassaco scartando le foglie grosse dure, lavare a lungo in acqua corrente, lessarlo in abbondante acqua salata, sgocciolarlo e tritarlo grossolanamente. Tritate il lardo o pancetta con la cipolla, mettete il trito in una casseruola con due o tre cucchiaiate di olio e farlo appassire, aggiungere quindi il soffritto al tarassaco e lasciarlo insaporire, mescolando. Portare il brodo all’ebollizione e aggiustare di sale. Pochi minuti prima di servire in tavola sbattere in una zuppiera le uova intere quel tanto che basta a unire i tuorli agli albumi, aggiungere il pecorino e il tarassaco sempre mescolando. Versare sul miscuglio di uova e verdura il brodo bollente e mescolare energicamente con una frusta per ben amalgamare la minestra. POLPETTINE di TARASSACO e FINOCCHIO SELVATICO Ingredienti: 250 g di riso, 50 g. di tarassaco, 60 g di finocchio selvatico, 1 uovo, pangrattato, 50 g di pecorino fresco o ricotta dura, olio, sale, pepe, farina. Preparazione: cuocere il riso al dente, scolarlo, distenderlo su un piatto allargandolo con un cucchiaio di legno per non farlo scuocere e lasciarlo raffreddare. Pulire le foglie più tenere del tarassaco e lessarle in poca acqua salata. In un recipiente a parte cuocere anche i getti giovani di finocchio selvatico. Strizzare le due verdure, tagliarle fini, mescolare con l’uovo, un poco di pangrattato e il formaggio grattugiato, Aggiungere il riso, mescolare bene con una spolverata di pepe e formare le polpettine che saranno passate nella farina poi nell’uovo e infine nel pangrattato prima di friggerle in abbondante olio caldo. Viva il tarassaco Viva il Tarassaco cibo da bestia se unisce il merito alla modestia? Esso all’epatico, triste soggetto, forse nell’animo destò il concetto: e – per il male – dilige et.. vale! Viva il Tarassaco buon vegetale! Contenta ai comodi che Dio le fece può dirsi il paria della sua specie. Cresce dovunque, senza pretese, in prati e strade d’ogni paese. Sta persuasa e non intrusa. Viva il Tarassaco erba di casa! Risana il fegato la sua radice; ed il fogliame, (così si dice) se ben condito, sveglia lo stomaco senza appetito. Costretta al buio, rinasce bianca… tranquillamente Viva il tarassaco erba paziente malgrado il nome un po’ soffione non morde affatto, non fa… il leone Esso al contrario, messo d’amore fa l’indovino, consola il cuore (…) Pier Emilio Cattorini, Piante medicinali, chimica, farmacologia e terapia, Inverni della Beffa, 1962
 

Taraxacum officinale, Tarassaco comune, Dente di Leone, Soffione, Piscialetto, Piscia cane, in francese Pissenlit officinal.

Il nome della pianta sembrerebbe derivare dall’arabo tarakchaken: insalata o cicoria. Per altri invece l’etimologia risalirebbe al greco tarassw-tarach o tarasso-tarache che significa “turbamento” o da taraxakos “io guarisco”, a testimoniare le proprietà curative di questa pianta.

La tradizione popolare attribuisce a questa pianta oltre 150 nomi, tra i quali ricordiamo dente di leone per la somiglianza delle sue foglie ai denti del leone, oppure dente di cane, soffione, cicoria selvatica, barba du Signu, boffarella, sciuscion, radiciun, virasol, radec selavadech, cicoria mata, dent d’allion, lapa, maroglia, missinina, pabogalu, zicoria burda, landar domestic,piumin, maccalume, girasul dii prà, piscialletto (per le sue proprietà diuretiche), pisicane, ingrassa porci, brusaoci, ecc…

Essendo una pianta che si trova nei prati non a erba alta, il tarassaco è presente in quasi tutte le distese erbose, trattata spesso come una pianta infestante.

Il tarassaco ha anche soprannomi curiosi, ad esempio è chiamato l’orologio del pastore in quanto al primo raggio di luce si apre e al tramonto si chiude.

Le genti di montagna erano solite chiamarlo fiore del diavolo, probabilmente perché verso la fine del Medioevo il tarassaco era demonizzato per il suo nome Taraxacum che in latino significa turbamento.

Dagli antichi tedeschi era invece chiamato sposa del sole, perché il suo fiore segue il sole nel suo aprirsi e chiudersi, e il suo seme era venduto come panacea per curare tutti i mali.

Nel linguaggio dei fiori, infine, il fiore del tarassaco rappresenta la fedeltà e la profezia.

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Guardate le mie foglie dentellate,

soffiate le lancette del soffione,

guardate, tra le siepi, le mie ondate,

guardate il prato, guardate il sentiero,

guardatemi in giardino, allegro e fiero!

Raccoglietemi pure: io cresco ancora,

senza chieder permesso né scusarmi,

che fate con le vostre zappe allora?

Non riuscirete mai ad estirparmi!

Nessuno mi può fare impressione,

perché io sono il Dente di Leone!

Cicely Mary Barker (1875-1973), Flower Fairies of the Spring, Blackie, 1923

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Origine e habitat del tarassaco

Originario dell’Asia, successivamente è stato introdotto in tutta Europa. Oggi cresce anche in Siberia, Giappone, Africa settentrionale e America del Nord.

È una pianta perenne e infestante, che si trova nei prati, negli incolti, lungo i bordi delle strade fino ad un’altezza di media-alta montagna (1000-2000 m), ma sempre dove l’erba non si alza troppo.

Secondo alcuni esperti al genere Taraxacum appartengono più di 25 specie, in Italia è più diffuso il Taraxacum officinalis. La sua riproduzione è particolare essendo asessuata: in pratica ogni seme produce una pianta che è un clone di quella da cui deriva. Nel corso di una stagione, una singola pianta produce fino a 5000 semi, tutti rigorosamente identici fra loro.

Lo stelo del tarassaco contiene un lattice bianco, non irritante ma che può provocare allergie in individui sensibili.

Tarassaco, consigli per l’uso

Le molte qualità e proprietà del tarassaco hanno permesso il suo utilizzo in erboristeria, fitoterapia, omeopatia, e nella cosmesi. Si è anche affermata nel tempo una cultura della tarassacoterapia, attraverso infusi, decotti e tisane, e anche la confezione di gocce, sciroppi, ecc. già pronti.

Soprattutto nelle zone a basso inquinamento (infatti è una pianta in grado di accumulare nelle foglie e nelle radici alcuni tra i più pericolosi inquinanti) è possibile raccoglierlo e utilizzarlo per le proprie necessità.

INFUSO

25 g di foglie secche in un litro di acqua bollente, togliere dal fuoco, coprire, lasciar raffreddare, filtrare e bere.

DECOTTO di RADICI

Bollire per 15 minuti l’acqua che sta in una tazza con 10 g di radici. Raffreddare, filtrare e bere.

DECOTTO di RADICI e FOGLIE

In un litro di acqua fredda sminuzzare 40 g di radici e foglie, portare a bollore e cuocere per 10 minuti. Raffreddare, filtrare e bere.

SUCCO di RADICE

Centrifugare le radici colte in autunno fino a ottenere 100 g di succo. Può essere consumato fresco, addolcito con un poco di zucchero e miele se non piace il gusto amarognolo. Per conservarlo si può aggiungere 20 g di alcool da liquori, travasare in una boccetta scura a chiusura ermetica e riporre in luogo fresco e asciutto.

Un pappo di tarassaco

Un’erta strada

di montagna

un pappo

volteggia felice

davanti ai miei occhi

un balzo

e mi accoccolo

piccolo

con un granello di senapa

nella sua corolla

notte e giorno

volo

nel cielo… felice

Terenzio Formenti, Poesie portate dal vento, 1987

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Come si può mangiare il tarassaco? Le nostre ricette

  • Antipasto di salumi e tarassaco
  • Insalata primaverile
  • Tarassaco strascinato
  • Tarassaco del contadino
  • Minestra di tarassaco
  • Polpettine di tarassaco e finocchio selvatico

ANTIPASTO di SALUMI e TARASSACO

Disporre sopra le fettine di pane integrale ai cereali, fettine di salumi a scelta e al centro mettere un cucchiaino di insalata di tarassaco tagliato fine e condito con olio, limone e scaglie di parmigiano.

INSALATA PRIMAVERILE

Ingredienti: un mazzetto di foglie tenere di tarassaco, 2 cespi di lattuga, un mazzetto di ravanelli rossi, un sentore di aglio, 2 uova sode, 250 g di formaggio Emmenthal, olio extravergine di oliva, sale, pepe, succo di limone.

Preparazione: lavare e asciugare le foglie di tarassaco e di lattuga e tagliare a striscioline sottili. Lavare e asciugare i ravanelli, tagliarli sottili. In una ciotola condire tutto con l’aglio tritato, l’olio, il sale, il pepe e il limone. Decorare con le uova sode tagliate a fette e il formaggio a cubetti.

TARASSACO STRASCINATO

Ingredienti (per 4 persone): 1 kg di tarassaco, 1 spicchio d’aglio, sale, pepe e olio evo.

Preparazione: lavare bene il tarassaco, lessarlo regolandolo di sale, scolare e ripassare le erbe in padella con olio e aglio. Insaporire per 5 minuti a fuoco vive e servire caldo.

TARASSACO del CONTADINO

Ingredienti: 1 zuppiera di tarassaco novello compresi i boccioli, 2 fette di pancetta dello spessore di 1 c, circa, 2-3 cucchiai di aceto, sale e pepe.

Preparazione: rosolare la pancetta tagliata a dadini in una padella antiaderente a fuoco basso e possibilmente senza aggiungere condimento; quando avrà preso colore profumatela versando in padella l’aceto, che avrete fatto precedentemente scaldare. Versate questo condimento sul tarassaco mondato e lavato, regolare di sale e pepe e mescolare accuratamente.

MINESTRA di TARASSACO

Ingredienti: 600 g di tarassaco, 70 g di pancetta o lardo, 50g di pecorino grattugiato, 3 uova, 1 cipolla, olio evo, 1 e ½ l di brodo di carne o di gallina, sale.

Preparazione: mondare il tarassaco scartando le foglie grosse dure, lavare a lungo in acqua corrente, lessarlo in abbondante acqua salata, sgocciolarlo e tritarlo grossolanamente. Tritate il lardo o pancetta con la cipolla, mettete il trito in una casseruola con due o tre cucchiaiate di olio e farlo appassire, aggiungere quindi il soffritto al tarassaco e lasciarlo insaporire, mescolando. Portare il brodo all’ebollizione e aggiustare di sale. Pochi minuti prima di servire in tavola sbattere in una zuppiera le uova intere quel tanto che basta a unire i tuorli agli albumi, aggiungere il pecorino e il tarassaco sempre mescolando. Versare sul miscuglio di uova e verdura il brodo bollente e mescolare energicamente con una frusta per ben amalgamare la minestra.

POLPETTINE di TARASSACO e FINOCCHIO SELVATICO

Ingredienti: 250 g di riso, 50 g. di tarassaco, 60 g di finocchio selvatico, 1 uovo, pangrattato, 50 g di pecorino fresco o ricotta dura, olio, sale, pepe, farina.

Preparazione: cuocere il riso al dente, scolarlo, distenderlo su un piatto allargandolo con un cucchiaio di legno per non farlo scuocere e lasciarlo raffreddare.

Pulire le foglie più tenere del tarassaco e lessarle in poca acqua salata. In un recipiente a parte cuocere anche i getti giovani di finocchio selvatico. Strizzare le due verdure, tagliarle fini, mescolare con l’uovo, un poco di pangrattato e il formaggio grattugiato, Aggiungere il riso, mescolare bene con una spolverata di pepe e formare le polpettine che saranno passate nella farina poi nell’uovo e infine nel pangrattato prima di friggerle in abbondante olio caldo.

Viva il tarassaco

Viva il Tarassaco cibo da bestia

se unisce il merito alla modestia?

Esso all’epatico, triste soggetto,

forse nell’animo destò il concetto:

e – per il male – dilige et.. vale!

Viva il Tarassaco buon vegetale!

Contenta ai comodi che Dio le fece

può dirsi il paria della sua specie.

Cresce dovunque, senza pretese,

in prati e strade d’ogni paese.

Sta persuasa e non intrusa.

Viva il Tarassaco erba di casa!

Risana il fegato la sua radice;

ed il fogliame, (così si dice)

se ben condito,

sveglia lo stomaco senza appetito.

Costretta al buio, rinasce bianca…

tranquillamente

Viva il tarassaco erba paziente

malgrado il nome un po’ soffione

non morde affatto, non fa… il leone

Esso al contrario, messo d’amore

fa l’indovino, consola il cuore (…)

Pier Emilio Cattorini, Piante medicinali, chimica, farmacologia e terapia, Inverni della Beffa, 1962

Vi rimandiamo qui per l’altro nostro articolo sul tarassaco. Qui invece potete trovare qualche info in più sulla cucina tipica nonesa del Pineta.

Mauro Valentini


Una risposta a “Tarassaco: ricette, storia, curiosità e poesie”

  1. […] significa mese del tarassaco al Pineta. Il tarassaco è una pianta spontanea che cresce fino ai 1.800 metri di altezza. Il suo […]

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