Tarassaco in cucina: ecco qui le ricette di chef Bruno! Come pulirlo, quando si raccoglie, quali sono le proprietà?
Con la primavera inizia il Mese del tarassaco al Pineta… a passeggio con Bruno il nostro Senior Chef!!
Il tarassaco è una pianta spontanea che cresce fino ai 1.800 metri di altezza; il suo nome scientifico è Taraxacum officinale, ma è conosciuto anche col nome di dente di cane o dente di leone (nel nostro dialetto si dice “dent in cian”).
Il tarassaco costituisce una delle piante primaverili più attese e apprezzate, cresce prevalentemente nei prati ed è inconfondibile con le sue foglie lanceolate e i suoi grandi fiori gialli, e soprattutto i grandi “pompon” pieni di semi che i bambini si divertono a soffiare.

Fino a fine aprile il nostro Senior Chef Bruno vi accompagnerà nei nostri campi in piacevoli passeggiate, dove potrete imparare a riconoscere le parti della pianta e a raccoglierla nel modo giusto, affinché la radice ne possa produrre una nuova in futuro: del tarassaco si possono raccogliere selettivamente le sole foglie tenere, i boccioli o i fiori nonché, per usi officinali, la radice.
Quali sono le proprietà del tarassaco?
Molte e ben note fin dalla antichità sono le proprietà medicinali del tarassaco (il suo nome deriva dal greco “rimedio,” “guarigione”): ha proprietà digestive, antinfiammatorie e depurative, soprattutto del fegato, ed è tradizionalmente utilizzato come diuretico.
Le foglie sono ricche di vitamine A, gruppo B, C e D, nonché di sali minerali come ferro, potassio e zinco. Ma è soprattutto la radice a essere usata per scopi depurativi; è anche in grado di abbassare il tasso glicemico nel sangue. Il suo consumo alimentare è indicato per tutti, anche per i bambini.
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Tarassaco in cucina
Per questo motivo, dopo averlo raccolto nel campo, Bruno vi insegnerà anche alcuni usi in cucina: le foglie giovani del tarassaco si possono aggiungere a insalate, utilizzandole come la comune cicoria, mentre tutte le foglie sono adatte alla preparazione di minestre e frittate.

Il suo gusto amarognolo può essere temperato mescolandolo con altre erbe spontanee o verdure a foglia dal sapore più delicato. I fiori, che si possono aggiungere a insalate e frittate, sono tradizionalmente usati per farne una sorta di vino, e i boccioli sotto aceto vengono consumati come i capperi.
Dalle foglie, in Europa settentrionale, si ricavava una sorta di “birra” molto scura, mentre Bruno trasforma la radice tostata e macinata nel famoso “caffè di tarassaco o di cicoria” (surrogato del caffè diffuso in tempo di guerra).

Anche il nostro amico e Cuoco Andrea Gasperetti, perfetta spalla di Mattia e grande amante della montagna, di ricerca di funghi in autunno, di pesca in torrente e al lago di Santa Giustina, di raccolta di erbe spontanee sulla sua montagna preferita “il monte Peller” ci regala sempre belle ricette che vi ho raccolto in queste foto:

Quindi munitevi di cestino, il tarassaco è buono e fa bene… buona passeggiata e buon appetito! Vi consiglio di leggere anche l’interessante articolo sulle Erbe Spontanee Commestibili.
Il tarassaco costituisce una delle piante primaverili più attese e apprezzate.
Cresce prevalentemente nei prati ed è inconfondibile con le sue foglie lanceolate e i suoi grandi fiori gialli, e soprattutto i grandi “pompon” pieni di semi che i bambini si divertono a soffiare.
Molte e ben note fin dall’antichità sono le proprietà medicinali del tarassaco.
Il suo nome deriva dal greco “rimedio,” “guarigione”: ha proprietà digestive, antinfiammatorie e depurative, soprattutto del fegato, ed è tradizionalmente utilizzato come diuretico. Le foglie sono ricche di vitamine A, gruppo B, C e D, nonché di sali minerali come ferro, potassio e zinco. Ma è soprattutto la radice a essere usata per scopi depurativi; è anche in grado di abbassare il tasso glicemico nel sangue. Il suo consumo alimentare è indicato per tutti, anche per i bambini.
Per questo motivo, dopo averlo raccolto nel campo, Bruno vi insegnerà anche alcuni usi in cucina: le foglie giovani del tarassaco si possono aggiungere a insalate, utilizzandole come la comune cicoria, mentre tutte le foglie sono adatte alla preparazione di minestre e frittate.
Il suo gusto amarognolo può essere temperato mescolandolo con altre erbe spontanee o verdure a foglia dal sapore più delicato.
I fiori, che si possono aggiungere a insalate e frittate, sono tradizionalmente usati per farne una sorta di vino, e i boccioli sottaceto vengono consumati come i capperi.
Dalle foglie, in Europa settentrionale, si ricavava una sorta di “birra” molto scura, mentre Bruno trasforma la radice tostata e macinata nel famoso “caffè di tarassaco o di cicoria” (surrogato del caffè diffuso in tempo di guerra).
Quindi munitevi di cestino, il tarassaco è buono e fa bene… buona passeggiata e buon appetito!
Un prodotto buonissimo che trovate anche spesso nel nostro Shop è il miele di Tarassaco appunto che il nostro amico Andrea Paternoster, dei MieliThun prepara con amore ogni anno! Vi consiglio di provarlo !!
Nicola e Riccardo con la collaborazione di chef Bruno Sicher
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