La fiaba del Pineta Naturalmente…

 

Questa fiaba è dedicata a tutti i bambini del mondo che, prima del bacio della buonanotte, vorrebbero sognare ancora qualcosa di magico a occhi aperti al fianco dei loro genitori.

In particolare, papà Nicola e mamma Laura dedicano la fiaba di Ernesto il Leprotto maldestro alle loro splendide bimbe Emma e Viola.

Ernesto leprotto maldestro

Il bosco incantato si stava animando e uno schizzo di luce faceva la sua comparsa tra gli alberi, facendosi largo tra una coperta di nebbia ancora svogliatamente addormentata che avvolgeva i rami, il muschio e le foglie di un colore ancora incerto…

Gli uccelli sbattevano le piume per farle asciugare dalla rugiada notturna così come i primi bruchi stiravano le loro ali colorate, per diventare la farfalla più bella della giornata.

Il sole intanto si faceva più presente cominciando a illuminare anche il sottobosco e facendo salire la nebbia mostrando tutti i colori delle foglie e dei primi funghi che, uno dopo l’altro, nascevano felici pure loro di poter partecipare alla nuova giornata.

La vita del bosco incantato si stava quindi animando e anche i due coniglietti di nome Emma e Viola si stavano stropicciando gli occhi per vedere le meraviglie della natura che nasceva e cresceva attorno a loro.

Sapevano già che insieme ai loro amici si sarebbero dovuti recare velocemente a scuola per giocare ma pure a imparare come trovare il cibo necessario pure per i mesi invernali quando con l’arrivo delle basse temperature e della neve sarebbe stato necessario metterlo da parte per tempi migliori.

Ma sia Emma sia Viola erano un po’ pigre per lavarsi e prepararsi in tempo. Fortunatamente la loro mamma le accudiva con passione e tanto amore, insegnando loro come migliorare le cose da farsi, velocemente, perché il loro papà era già fuori dalla tana ad aspettarle per accompagnarle alla vicina scuola.

Cammina, cammina e incontrarono il loro amico riccio che era intento a rotolarsi nell’erba per raccogliere le foglie per rifare la casa.

Camilla e maddy
Maddalena e Camilla le birichine

“Ciao Riccio Michele, possiamo aiutarti? Guarda quante belle foglie e rami da poter utilizzare!!!”.

Ma era troppo indaffarato nel suo lavoro per poterle ascoltare e, sospinte dal loro papà, si affrettarono verso una tana più grande dove intanto erano arrivati i loro amici leprotti a eccezione di Ernesto il leprotto maldestro, che era in ritardo perché aveva fatto suonare la sveglia un’ora dopo e, vivendo più lontano, aveva tutte le mattine 7000 passi da dover fare…

La campanella di inizio delle lezioni suonò e fu allora che Emma e Viola chiesero al bidello Massimo il Goloso (era il suo soprannome perché gli piacevano le fragole) di aspettare ancora un attimo perché Ernesto corri-presto (era il suo soprannome) stava arrivando con un cestino di fragole per lui: ma era solo una piccola bugia… le fragole infatti le avevano loro e rappresentavano la merenda che mamma Laura aveva preparato per la giornata.

Adelaide
Qui c’è anche Adelaide… la quinta cuginetta Sicher

Ancora ansimante finalmente Ernesto arrivò e Massimo il goloso disse:

“Se mi dai le tue fragole entrerai, altrimenti…” e fu in quel momento che Emma e Viola donarono il loro cestino con le fragole rosse e grosse, dolci e saporite a cui Massimo non seppe resistere e finalmente Ernesto entrò dentro la tana con tutti gli altri leprotti.

La maestra Bianca, essendo stata informata del bel gesto di Emma e Viola, decise di rimandare la lezione, chiedendo agli altri leprotti se avessero avuto anche loro belle simili esperienze da raccontare ai genitori.

Mamma Laura e papà Nico, quando la maestra li informò di ciò che era successo, fecero festa a Emma e Viola decidendo di fare per loro e solo per loro una enorme torta di fragole da poter condividere con tutti gli amici che si erano radunati a giocare e scherzare fino a quando il sole non avesse deciso di tornare a dormire.

Uno sbadiglio, uno stropiccio agli occhi e mentre mamma Laura raccontava l’ultima favola, quella di “Ernesto leprotto maldestro” prima di dormire, si addormentarono insieme con un sorriso che ricordava il raggio di sole più bello.

Scritta dall’amico Stefano Campazzi

A proposito di bambini, ecco qui l’articolo sulle attività da svolgere in famiglia al Pineta e sull’ultimo arrivato della famiglia Sicher.


2 risposte a “La fiaba del Pineta Naturalmente…”

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