La conservazione delle piante spontanee alimentari e dei frutti di bosco

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Ferruccio “Fèro” Valentini ci porta oggi alla scoperta delle tecniche di conservazione delle piante spontanee alimentari e dei frutti di bosco. Ringraziamo Mauro Valentini per questo interessante articolo.

Tanto la frutta che gli ortaggi allo stato fresco rappresentano nell’alimentazione umana un regime dietetico della massima importanza. L’acqua contenuta nella frutta e negli ortaggi contribuisce ad ossigenare il sangue, così come l’acidità della frutta eccita la salivazione mentre gli zuccheri e gli amidi concorrono alla produzione del calore corporeo e gli altri sali sono utili alle singole funzioni vitali dell’organismo.

Evidentemente questi prodotti naturali dovrebbero comparire nell’alimentazione giornaliera e in ogni stagione. Questo è possibile nel periodo di produzione, ma le erbe selvatiche e i frutti del bosco hanno un tempo limitato di crescita, sviluppo e fruizione. Pertanto se si vogliono utilizzare per tutto l’anno è necessario trovare il modo più adeguato per poterli conservare.

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Da sinistra: radicchio dell’orso (cicerbita alpina), mele cotogne, cuori di tarassaco, pere “martinsecco”

Conservazione delle piante spontanee alimentari

I vecchi almanacchi agrari trentini di fine ‘800 e inizio’900 sono ancora una fonte preziosa non solo di storia ma anche di insegnamento per quanto riguarda numerose discipline, dalla frutticultura all’agricoltura, dall’allevamento del bestiame alla caseificazione. Da uno di essi Fèro ha preso spunto per elaborare il miglior modo per conservare le piante spontanee selvatiche.

Da molti anni raccoglie erbe officinali e ne fa scorta così da utilizzarle tutto l’anno a scopo alimentare: quindi doveva trovare la ricetta migliore affinché conservassero a lungo sia il gusto che le proprietà organolettiche. Ha sperimentato vari metodi di conservazione, soprattutto sott’olio e sott’aceto, ma non lo hanno soddisfatto. Trovava l’olio un pessimo conservante mentre l’aceto alterava molto il sapore delle erbe.

Gli è capitato di leggere l’Almanacco Agrario Trentino del 1911 e un capitolo era titolato: “Sulla preparazione di conserve di frutta e ortaggi nell’economia domestica, con molti consigli sulla preparazione di conserve, marmellate, composte e liquori.”

Elaborando una delle ricette, dopo vari esperimenti, ha messo a punto questa preparazione:

  • Pulire accuratamente le piante selvatiche (tarassaco, asparago selvatico, radicchio dell’orso, o altro) in acqua fredda;
  • Dopodiché farle bollire per 5 minuti in acqua (50%), aceto bianco (50%) con quanto basta di sale;
  • si scola il tutto e lo si ripone nei vasetti che si riempiono con il liquido di conservazione: 80% di vino bianco e 20% di aceto bianco;
  • si portano a ebollizione i vasetti a bagnomaria per ca. 25 minuti per la sterilizzazione.
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La dispensa di Fèro

Conservazione dei frutti di bosco

Per quanto riguarda i frutti di bosco (mirtillo, mirtillo rosso, more, rosa canina, ecc.), ma anche altri frutti (ciliegie, mele cotogne, pere, prugne, ecc.) il modo più semplice per conservarli è di preparare uno sciroppo con 1 l. d’acqua, 3 h. di zucchero e il succo di 2 o 3 limoni.

Si copre la frutta ben stipata nei vasetti con questo liquido e si fa bollire a bagnomaria per 25 minuti circa.

Leggi questo post per saperne di più sul nostro amico Ferruccio “Fèro” Valentini. Clicca invece qui per maggiori info sul Pineta Nature Resort, la nostra struttura nel cuore della Val di Non.


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