Trementina, la Rasa e “L’ont dal Tai”

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Benvenute e benvenuti alla seconda puntata dedicata a Ferruccio “Fèro” Valentini e i segreti delle piante officinali.

2. LA RASA E “L’ONT DAL TAI”

Tra i più antichi mestieri documentati nella selvaggia Val di Tovel c’è quello dei rasaioli. Fin dal ‘600 dai tronchi dei larici veniva estratta e commercializzata la cosiddetta “trementina veneta”.

Se si consultano i vecchi documenti presenti nell’archivio storico del Comune di Tuenno si può scoprire come secoli fa poteva essere data in affitto la “privativa” della “rasa e trementina” soprattutto nella zona di Malga Flavona in Val di Tovel, dove era presente una foresta di larici che sarà sfruttata in seguito per la realizzazione delle linee ferroviarie dell’Impero Austro-Ungarico.

Coloro che ricevevano tale concessione costruivano dei “baiti” (casupole di montagna) nei quali erano istallati dei fornelli per “purgare la rasa” (purificare la resina).

La resina di larice è una sostanza organica vegetale che, allo stato fresco, si presenta come una massa mielosa molto appiccicosa. Dalla sua distillazione si ottengono due prodotti principali: la trementina e la colofonia (una pece usata soprattutto per calafatare le imbarcazioni).

La trementina è nota fin dagli antichi tempi per le sue virtù curative. Tra le indicazioni più comuni: l’effetto balsamico, emolliente, antisettico e cicatrizzante. 

Tra le indicazioni più comuni: l’effetto balsamico, emolliente, antisettico e cicatrizzante. 

La trementina di larice è fra le essenze più pregiate (quella ricavata da pini ed abeti, è di minor qualità).

Viene usata come solvente nell’industria delle vernici e delle pitture, per sciogliere la cera nella lucidatura dei mobili, per mastici, e in farmacia per la sua azione decongestionante.

REALIZZAZIONE DELL’UNGUENTO

Ecco come Fèro descrive la procedura.

“Ricavo la resina di larice praticando un foro alla base della pianta. In esso verrà poi inserito un tubo nel quale scorre la resina che posso così recuperare.

Il foro viene poi ritappato, con il tempo la ferita della pianta si cicatrizzerà e potrà essere utile dopo qualche anno per una nuova estrazione.

Ho una certa esperienza come apicoltore e con i prodotti delle api ho a disposizione le materie prime per la realizzazione di un unguento miracoloso per la guarigione di ferite ed infezioni.

Per preparare l’unguento il procedimento è semplice ma bisogna avere la giusta esperienza riguardo le dosi e la qualità dei componenti. Va sciolta la cera d’api a bagnomaria, successivamente vanno aggiunti: la resina di larice, la propoli e l’olio d’iperico.

Si continua a mescolare e quando il composto raggiunge la giusta consistenza è il momento di trasferirlo nei vasetti. Raffreddando si consoliderà ed è così pronto per le applicazioni.”

Proprietà degli ingredienti

La cera è secreta dalle api di una ben determinata età in forma di sottili scaglie. Le scaglie sono prodotte dalle api operaie mediante le ghiandole situate nella parte ventrale dell’addome.

Le api mellifere usano la cera d’api per costruire le celle del loro favo.

IPERICO (Hypericum perforatum)
IPERICO (Hypericum perforatum)

L’iperico (Hypericum perforatus) è una pianta spontanea nota per la sua azione antidepressiva e il suo olio, è un ottimo anti-rughe, cicatrizzante e lenitivo per i dolori muscolari e articolari. Nel Medioevo era una pianta comunemente usata come amuleto, si riteneva che allontanasse gli spiriti malefici.

La propoli è un prodotto delle api realizzato alla fine della stagione di raccolta dei pollini, tra agosto ed ottobre, quando si preparano a fronteggiare l’inverno ed impiegato come materiale da costruzione e da difesa, per sigillare, proteggere e rinforzare gli alveari.
È un rimedio fitoterapico ricco di sostanze antibiotiche.


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