Rifugio Dorigoni: la nostra escursione in Val di Rabbi

Merzagora, Cova e Tempo al Rifugio Dorigoni
 

L’escursione al Rifugio Dorigoni è tra le più belle in assoluto dell’intera Val di Rabbi, piccola valle a lato della Val di Sole, tra le più sceniche di tutto il Trentino.

Inaugurato nel 1903, questo rifugio è di proprietà della SAT (Società degli Alpinisti Treidentini) e si trova a quota 2.436 metri. Gestito dalla famiglia Iachelini, dispone di 75 posti letto ed è aperto dal 20 giugno al 20 settembre.

Andiamo ora a vedere qualche dato tecnico riguardante la passeggiata che parte dal parcheggio Coler (1.380 metri di quota) e arriva al Rifugio Silvio Dorigoni.

Rifugio Dorigoni: trekking con partenza da Coler

  • Partenza: parcheggio Coler (1.380 m)
  • Arrivo: rifugio Silvio Dorigoni (2.436 m)
  • Dislivello: 1.056 m (solo salita)
  • Durata: 3/4 ore (solo salita)
  • Sentiero: SAT 106 (in discesa deviazione dal SAT 128)

Come raggiungere il parcheggio Coler?

Noi siamo partiti dalla Val di Non e, passando da Cles, abbiamo raggiunto Terzolas in Val di Sole. Da lì abbiamo girato verso la Val di Rabbi, e, dopo avere oltrepassato gli abitati di San Bernardo, Piazzola di Rabbi e Somrabbi, abbiamo raggiunto il parcheggio Coler.

Nota importante: la strada provinciale della Val di Rabbi viene chiusa al traffico dalle 9.45 alle 17. Raggiungete dunque la vostra meta prima delle 9.45, altrimenti sarete costretti a fermarvi prima e salire sul bus navetta.

Escursione al Rifugio Silvio Dorigoni: la nostra gita

Sveglia alle 6.15 e ritrovo alle 7.30 a Tavon, di fronte al Pineta Nature Resort. Io e gli amici Marco Cova ed Emiliano Merzagora siamo partiti carichi per questa nuova avventura, non sapendo che cosa ci avrebbe riservato il meteo.

Ma, nonostante le previsioni variabili, la voglia di camminare tra i verdi sentieri della Val di Rabbi era così tanta al punto da farci ignorare il rischio pioggia.

Gita in Val di Rabbi. Da sx Marco Cova, Riccardo Tempo ed Emiliano Merzagora

Vestiti di tutto punto, siamo arrivati al parcheggio Coler verso le 8.20 e da lì, nell’arco di mezz’ora, abbiamo raggiunto la Malga Stablasolo (1.539 m). Qui, ultimo punto raggiungibile anche con il bus navetta, ci siamo fermati a bere un caffè e mangiare una gustosa fetta di strudel, prima di ripartire alla volta della nostra meta.

Pochi minuti dopo la Stablasolo abbiamo ammirato lo spettacolo naturalistico delle meravigliose Cascate del Saènt, assoluto luogo di culto della Val di Rabbi, in cui il nostro Livio Sicher porta gli ospiti del Pineta lungo le varie stagioni dell’anno (qui l’articolo sulla gita invernale alle Cascate del Saènt).

Cascate del Saent

Una volta superato il ponte sul torrente Rabbies si raggiunge la prima cascata mentre, per arrivare alla seconda (posta a 1.750 m di altitudine), serve ancora un po’ di strada. La salita è abbastanza pendente in questi punti, ma il panorama da cui sarete accolti vi ripagherà da ogni fatica.

Oltrepassata la zone delle cascate, si arriva prima al Doss de la Cros e poi al Prà di Saènt, un prato di rara bellezza da cui si vedono dettagliatamente le montagne circostanti. Qui siamo a quota 1.800 metri e, una volta raggiunta la Malga Prà di Saènt in fondo al prato, parte il pezzo più ostico della salita.

Il “Sentiero degli Alpinisti” presenta infatti pendenze da capogiro e potrebbe mettere in seria difficoltà i meno allenati. Finito questo tratto, si arriva alla Palina (2.100 m) e da qui si va spediti verso il Dorigoni.

Fortunatamente in queste zone il tempo era ancora clemente mentre, proprio nei pressi della nostra meta, ha iniziato a piovere. Un po’ stanchi ma ancora con qualche energia da spendere, ci siamo tuffati dentro la struttura, sognando già il momento in cui avremo sorseggiato una birra fresca davanti a un succulento piatto di canederli.

Salutati i gentili gestori del rifugio, abbiamo scattato qualche foto all’esterno di quest’ultimo visto che al nostro arrivo, causa pioggia, non avevamo potuto farlo. Ma, purtroppo, il sole pomeridiano è durato ben poco e dopo pochi minuti siamo stati accolti da un diluvio.

Esterno Rifugio Dorigoni

Subito prima che piovesse, avevamo deviato dal percorso principale, imboccando il sentiero SAT 128. Questo trail è meno battuto e conosciuto rispetto a quello principale, a cui si ricongiunge dopo diversi km. Nonostante la pioggia e la scivolosità del terreno, abbiamo comunque potuto apprezzare alcuni passaggi piuttosto “wild”, rimanendo incantati dalla natura circostante.

Come punti di riferimento, il SAT 128 propone prima il rudere in pietra del Baito della Valletta e poi il Baito Campisol Basso. Quest’ultimo era chiuso e, allora, ci siamo fermati un’ultima volta nel prato al suo esterno.

Baito Campisol Basso

Terminata la pioggia, abbiamo ricominciato la discesa, stando molto attenti a non cadere sulle rocce e sulle radici scivolosissime. Raggiunta nuovamente la Malga Prà del Saènt attraverso questo percorso alternativo, abbiamo scelto una strada diversa anche nella parte conclusiva del nostro itinerario, prendendo la deviazione per il Centro Visita Stablét.

Quest’ultimo è dedicato alla vita e alle abitudini della marmotta, animale presente soprattutto nella zona del Prà del Saènt, nonché alla “Scalinata dei Larici Monumentali”, sentiero in cui larici secolari possono essere ammirati dai passanti.

Arrivati in pochi attimi alla Malga Stablasolo, da quest’ultima abbiamo percorso la larga e comoda strada bianca fino al parcheggio. Tra andata e ritorno, al netto di qualche possibile errore da parte del GPS, abbiamo percorso 17 km per un totale di 1.201 metri di dislivello positivo.

Il giro è durato complessivamente circa 8 ore, che scendono a circa 6 contando esclusivamente la camminata effettiva.

Un grazie speciale ai miei compagni di viaggio per questa nuova splendida avventura tra le montagne del Trentino. E noi… vi aspettiamo al Pineta!

Cova, Tempo e Merzagora alle Cascate del Saènt

Qui trovate il nostro programma settimanale, mentre qui potete leggere qualche info in più sulla Pineta Nature Therapy, sulla nostra cucina tipica nonesa e sul nostro centro benessere. Andate invece qui per il sito web del Rifugio Dorigoni.

Riccardo TempoPhoto Credit – Emiliano Merzagora – Altamarea Film


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