La storia del Pineta … a tappe!!

Nonna Elsa e nonno Guido il giorno del loro matrimonio qui a Tavon
 

Iniziamo dagli albori…..

Chi chiede alla “Nonna Elsa”  …. Qual è stato il periodo più bello della sua vita….. si sente rispondere: ”quando ero al maso con la mia piccola famiglia di appena due figli Silvana e Bruno e mio marito Guido, anche se era una vita di sacrificio poiché oltre alla vita nei campi c’era anche la stalla e la famiglia, e anche i barbi da curare.

In quegli anni era dura la vita non c’erano soldi ma ci si voleva tanto bene. Infatti proprio in quegli anni gli zii (Barby) fratelli del Nonno Guido rimasti orfani di papà e mamma molto giovani vivevano in una della stanza dell’appartamento dove viveva anche la nuova famiglia dei nonni.

Un ritratto storico del nonno Checco il capostipite e creatore del nostro Amaro
Un ritratto storico del nonno Checco il capostipite e creatore del nostro Amaro

Qui nonna Elsa cucinava e  curava  di tutto l’andamento di casa. Quando una volta al giorno voleva comunicare  con la sua mamma e le sorelle, per ordinare  la spesa e il pane che queste le avrebbero manato il giorno successivo dal paese d’origine “Coredo”, a 2 km di distanza,  dove erano rimaste per fare le panificatrici.

Lo facevano,  senza telefoni e senza cellulari,  mettendosi in un  posto ad orario stabilito  e  con le mani aperte a mò di amplificatori………. davanti alla bocca si urlavano i messaggi e si rispondevano; l’inquinamento acustico, lo stress e le corse….. non erano ancora conosciute a quei tempi. Il motto era :”la calma è la virtù dei forti” e nonostante tutto si riusciva a fare tutto senza correre.

Purtroppo però “per la nonna”successivamente negli anni 48 si è sposato Zio Antonio e la nuova sposa era arrivata a sostituire Nonna Elsa al maso cosicché con grande gioia di nonno Guido hanno dovuto trovare una nuova sistemazione trasferendosi a Tavon.

In un appartamento nel centro del paese dove nacquero altri due bei bambini Elda nel ‘49 e Mario ‘51.

Nel frattempo nonno Guido comprò 700mq di terreno dove attualmente sorge la casa madre “Pineta” dopo parecchie disavventure e sacrifici riuscì a  costruirci sopra una casa rurale. Appena finita andò in vendita in paese l’unica licenza di bar, ristorante, trattoria, negozio, alimentari e tabacchi., azienda che nel frattempo aveva preso in affitto. Non poteva lasciarsela scappare poiché era il “sogno della sua vita”, riusci a comprarla anche se lo sforzo da fare non era indifferente ma sarebbe stato la sua unica possibilità per poter restare a Tavon.

Il Pineta parte da qui, dalla trattoria sulla via di San Romedio

Finita la casa, avendo acquistato la licenza commerciale,  adeguò il piano terra per ospitare il  bar,  negozio, che precedentemente aveva preparato per ospitare la stalla e un piccolo laboratorio da falegname. Al primo piano un   appartamento per la famiglia, con cucina e tre stanze, un bagno con vasca e una piccola saletta con sei tavoli. Gli altri due piani erano completamente vuoti solamente muri portanti e scale che dava l’accesso al 3 e 4 piano.

Questo nuovo stabile fu inaugurato nel 1954 con il nome di “ Trattoria alla Pineta”. Il bar e il negozio servivano per lo più per i residenti che venivano ad acquistare al negozio o all’ “osteria” (così era chiamata all’epoca) ma nessuno pagava poiché soldi non ce n’erano. Tutti facevano “segnare” sopra un blocchetto dove c’erano annotate tutte le spese con data e quantità. Serviva a fine stagione quando ogni famiglia incassava vendendo la frutta e le patate o vendendo il formaggio o il burro de caseificio che allora era di tipo “turnario”. A questo punto  si vedeva qualche soldo che a nostra volta si dava ai nostri fornitori, oppure si barattava con il maiale che ogni contadino aveva in stalla, per poi produrre i salumi o speck da consumarsi nella stagione estiva. (Nonno Guido era un ottimo norcino, arte che ha tramandato a suo figlio maggiore Bruno).

La mappa catastale di Tavon dove troviamo anche il Pineta, storia austrungarica

Il Bar e negozio non bastavano per pagare gli interessi che le banche esigevano. Così  sotto richieste di amici e colleghi di persone  che da Tavon erano partite per cercare lavoro altrove, affittavamo le nostre tre stanze da letto per tutto il periodo estivo richiesto.

Erano circa 30 giorni dai 20 di luglio ai 20/08, la saletta si trasformo in  sala da pranzo, dove fuori c’era un bel terrazzo che poteva ospitare una decina di tavolini se il tempo lo prometteva. Allora la strada primaria che andava verso il Santuario di San Romedio era quella che passsa al fianco della nostra struttura ci si muoveva a piedi e tra tanti che frequentavano questo santuario qualcuno si fermava da noi per una merena contadino o a pasteggiare così la nonna Elsa fra bar, negozio e ristorante dovette rimboccarsi le maniche e preparare dei buoni manicaretti per gli ospiti.

Siamo arrivati all’anno 1956 nasce Bice e Livio nel 1957.

Come abbiamo potuto notare questo piccolo uomo Guido (di stazza ma grande nella Figura) ogni volta che ha cambiato casa a voluto batezzare due volte con un accoppiata iniziando sempre dalla femmina a ancora oggi è molto forte l’ attaccamento fraterno fra queste accoppiate.

Purtroppo  nell’anno 1959 il 6 ottobre, nonno Guido, in pieno fervore di lavori e progetti, venne improvvisamente a mancare, lasciando la nonna e 6 bimbi adolescenti.

Con grande dolore e sacrifici enormi, nonna Elsa, dovette rimboccarsi le manche e ricomnicare con caparbietà e coraggio a gestire la sua famiglia e l’attività intrapresa che ormai non si poteva abbandonare….

Con l’importante aiuto delle Zie, Irene, Olga, Maria e Anna, sono riuscite tutte assieme a guadare un mare di difficoltà ma grazie alla saggezze e alla forza caratteriale ci ha traghettati fino a riva lasciandoci un’esperienza di vita che chi ha dato la forza a nostra volta di vivere le cose belle e semplici della vita da poter trasferire ai nostri figli e tutti i nostri ospiti…../…

…/.. Nonna Elsa non riusciva a seguire tutti questi impegni tra famiglia, casa, negozio, bar, ristorante e camere d’estate…fu quindi costretta a fare delle scelte: affittò il bar e negozio ad una famiglia del paese.

Una fotografia storica della Nonna Elsa mentre prepara lo strudel di Mele
Una fotografia storica della Nonna Elsa mentre prepara lo strudel di Mele

Lasciò che i figli più grandi iniziassero a fare le loro prime esperienze di vita.

Silvana, 14 anni, andò a Torino per frequentare la scuola di infermiera gestita da un ordine di suore.

Bruno, 13 anni, andò a Varese. Viveva in un convitto che era legato ad un’azienda industriale che in quegli anni dava molto lavoro e opportunità di studio.

Elda, 10 anni, aiutava la mamma nella cura della casa.

Mario, 8 anni, fu affidato ad un parente di Coredo che aveva già due figlie femmine. Fu seguito durante gli anni delle scuole elementari da questo lontano parente che, da quel momento, diventò per noi fratelli lo “Zio Gustavo”.

Bice, 4 anni, e Livio, 3 anni, furono affidati alla nonna materna.

Tutti i figli, però, appena si presentava la possibilità, ritornavano a casa per passare qualche giorno in compagnia della “propria grande famiglia”, anche se quasi mai si riuscivano a riunire tutti insieme nello stesso momento.

L’esperienza di Bruno a Varese finì nel giugno successivo, poiché fu richiamato a casa per iniziare a frequentare una scuola professionale appena aperta nella zona e intraprendere un nuovo lavoro: il cuoco.

Questa scelta improvvisa della Nonna Elsa fu il primo passo per la costruzione di questa grande azienda: Bruno si rese subito conto di aver trovato la sua strada, studiò con tanto amore e riuscì ad arrivare presto al traguardo del diploma. Indirizzato dalla scuola, Bruno partì per lavorare sulle grandi navi da crociera: un’esperienza di lavoro, ma soprattutto di vita.

Ecco i fratelli Sicher, qui manca Elda che purtroppo ci ha lasciato negli ultimi anni.

Passano gli anni. Elda, finita la scuola dell’obbligo, si trasferisce a Milano per fare la tata ai figli di una famiglia che ogni estate veniva a Coredo in villeggiatura mentre Mario, con la qualifica di cameriere, emigra in Germania. Livio, ormai cresciuto, si iscrive alla scuola di perito meccanico mentre Bice la più piccola si iscrive alla scuola per parrucchiere a Bolzano….

Tutti i fratelli lontani dalla Val di Non dunque (e perfino dall’Italia), ma soprattutto lontani dalla madre che coraggiosamente ha fatto sì che prendessero ognuno la propria strada.

Ma come dice il detto “Tutte le strade portano a… Coredo!”… Cosa significa? Beh, tutti son tornati a casa qui a Tavon…. il resto è quasi storia corrente che potrete assaporare dai racconti di Livio… oppure aspettare i prossimi approfondimenti..


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